Tubero versatile, la patata si presta nella preparazione di numerosissime ricette e cotture.
Le patate prevedono due cicli di coltivazione: quella precoce garantisce una raccolta da metà aprile a fine giugno, quella bisestile prevedono il raccolto da novembre sino a gennaio-febbraio.
L’alto contenuto di glucidi (amido) delle patate, rispetto ad altre verdure ed ortaggi, garantiscono un apporto energetico superiore rispetto a questi ultimi. Non va inoltre sottovalutato l’apporto di alcune vitamine del gruppo B (B1, B2, B6 PP e acido folico), vitamina C, potassio e oligominerali (rame, ferro, cromo e magnesio). Le patate non possono essere consumate crude per la presenza di solanina, devono dunque essere consumate previa cottura, e inoltre i tuberi devono essere conservati in locali non illuminati eliminando periodicamente i germogli che tendono a formarsi in superficie. Esistono quattro tipi di patata: le patate a pasta gialla, dalla polpa compatta, adatte per le fritture e le cotture in forno, le Patate a pasta bianca, dalla polpa farinosa, adatte ad essere schiacciate, per esempio nel purè, nelle crocchette o negli gnocchi, le patate novelle, caratteristiche per la buccia sottile, sono a breve conservazione e andrebbero bollite con la buccia, le patate a buccia rossa e pasta gialla, caratterizzate dalla polpa soda che le rende indicate per le cotture intense quali cartoccio, forno e frittura.
In Sardegna la patata viene coltivata sopratutto nelle zone di Quartu Sant’Elena, Arborea e Valledoria, ma occorre nominare anche per l’importanza storico-culturale la coltivazione effettuata ancora nelle zone di Gavoi, Fonni, Ovodda e Sadali. Proprio la patata gavoesa rappresenta una varietà locale da tutelare e valorizzare.